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logo_pfUna giornata straordinaria quella di ieri.
I numeri certamente non sono quelli ostentati dal fazioso Repubblica, né dall'Unità. La presenza degli uomini di buona volontà presenti al Family Day ha superato di certo il milione di persone, noi che abbiamo monitorato tutte le zone circostanti Piazza San Giovanni, già strapiena, e conoscendo la folla che di solito si presenta il primo maggio abbiamo notato una marea di gente che non si era mai vista e che andava e veniva costantemente dal mattino. Non voleva essere e non è una prova muscolare ma una semplice testimonianza che il buon senso ancora funziona nonostante la onnipresente campagna diffamatoria di giornali come il Corriere, la Repubblica, La Stampa e il pullulare di slogan veramente razzisti e realmente omofobi e a-sociali dei radicali e dei vari grillini.
Il Family Day non era contro nessuno ma per la Famiglia. Punto. Ovvio che essere per la Famiglia (e non per il familismo secondo le catechesi pontificie dell'ex direttore di Repubblica) significa avere chiaro i generi e le categorie di ciò che famiglia è e di ciò che non lo è. La distinzione è un principio non di discriminazione ma di distinzione appunto; distinzione preziosa per il vivere civile e per la fecondità della democrazia. Quando invece si mescola le carte per interessi privati, lobby, narcisismi di fatto, ricerca di una legittimazione sociale alle proprie ideologie e talvolta alle proprie perversioni si snatura il principio stesso della democrazia dissociandola dalla verità e impregnandola di relativismo. I radicali in questo sono veterani. Li seguono a ruota i laicisti provocatori alla Scalfari e compagnia.
Le presenza della destra al Family Day non incide minimamente alla connotazione politica della giornata la quale è una giornata a-partitica e le parole più sagge, sperando che siano vere, le ha dette proprio un esponente del centro sinistra, Francesco Rutelli: "Chiara, forte e serena la voce di piazza San Giovanni. La ascolteremo."
E così è stato, una voce chiara e serena. Disarmata dal livore, dall'ideologia, dalla propaganda sistematica di Scalfari e la cordata dei quotidiani; da Pannella e i suoi accoliti; da Giordano e dalla sinistra radicale.
Una piazza ordinata e rispettosa a sentire anche i baristi della zona i quali, tutti, ci hanno detto, "un'altra cosa rispetto al primo maggio". Stesse affermazioni dagli addetti alla sicurezza.

Per quanto riguarda Vauro e la sua vignetta. Che dire? Vauro è un personaggio contorto, distorto, è frutto della degenerazione della satira che è diventata diffamazione e calunnia. Quando la lingua è malata, in questo caso la penna, inquina tutto il cuore e lo rivela per com'è, cioè morto.
Fa piangere più che ridere. Non eleva, non fa riflettere e rivela il marcio di chi la produce.

Per quanto riguarda Scalfari che dire? Sappiamo che l'anziano signore mente sapendo di mentire e su tante cose. Quando poi parla dell'8 per mille la spara proprio grossa. Noi presenti (e tutti i sereni manifestanti) per la famiglia, al Family Day, non abbiamo mai ricevuto sovvenzionamenti dall'8 per mille per questa campagna ma, come già detto altrove, prima che i Vescovi potessero parlare spesso ci siamo, laicamente, pronunziati a favore della vita e a favore della famiglia. Sempre mettendoci di tasca propria, anche se diversi di noi vivono condizioni disagiate e di povertà.
Siamo laici e cioè gente del popolo. Sappiamo di esserlo molto più di quelli che costantemente separano l'essere laici dall'essere cristiani e cattolici. Sappiamo di esserlo infinitamente di più di coloro che si professano atei e poi sono impregnati di ideologie razionaliste, positiviste, naturiste, del pianeta gaia, di superstizione che chiamano scienza ma scienza non è.
Lo siamo molto di più di coloro che si dicono a-confessionali e poi sono innamorati solo del proprio ombelico.
Scalfari si avvicina al declino della propria esistenza terrena, si affretti a convertirsi realmente a Cristo e alla Sua Chiesa, perché il tempo è breve soprattutto per chi è stato sempre innamorato delle proprie strutture mentali.

Per quanto riguarda Cecchi Paone e Grillini che dire? Uno vuole convincerci che i gay sono brave persone e l'altro che è felice.
Al primo ripetiamo che questa sua insistenza era già chiamata dagli antichi come una excusatio non petita e che nessuno ha mai messo in dubbio che un omosessuale possa essere una brava persona. Ma questo suo incidere ed insistere sa tanto di ideologia, di autogiustificazione che rivela una palese auto accusa. Se vuole ci pensi. L'unico vero nemico che Cecchi Paone ha non è la chiesa, ma se stesso.
Per il secondo noi ribadiamo con forza che la vera omofobia e la vera intolleranza nasce da chi gli omosessuali non li ama e serve loro il piatto della menzogna e della confusione.
Che poi Grillini possa essere felice questo non è un segno di autorevolezza. Tante volte qualcuno che si è smarrito pensa di essere felice ma non lo è; inganna gli altri e inganna se stesso.
Per questo, per noi, uno che si comporta come Grillini, con la sua campagna menzognera, con il suo razzismo sotto la scorza gay friendly,  è l'icona dell'omofobo per eccellenza, uno che non ama realmente gli omosessuali e rema loro contro; uno che non fa il loro bene ma vuole solo legittimare il proprio sentire e farne una religione. Una ideologia appunto. Uno dunque religiosissimo e ossequiante del vitello d'oro che si è costruito a propria immagine e somiglianza... altro che il "cilicio" della Binetti.
E l'ideologia ha veramente impregnato tanta classe politica, talmente ottusa, sia a destra che a sinistra, da credere di fare una battaglia sociale mentre sta solo servendo gli interessi e non i diritti di alcuni. Se infatti volesse servirne i diritti non condurrebbe questa battaglia ma si impegnerebbe realmente a favore e al sostegno della famiglia.
Ma tutte queste puntualizzazioni non hanno peso a sufficienza davanti all'eloquente parola a favore della famiglia che è stata detta ieri sia a livello sociale che a livello politico.
Ogni governo ne faccia buon uso se si vuole bene e vuole il bene del paese e dell'uomo.
Ora, ogni governo, non ha più scuse.
Non si prenda in giro e non ci prenda in giro.