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Perego PDFdi Mirko De Carli

Ancora una volta, il diavolo fa le pentole ma non i coperchi. Non potremmo dire diversamente del tentativo - finora l’unico - proveniente dall’ufficio stampa della diocesi di Ferrara-Comacchio di giustificare l’improvvida sanzione ai danni di don Guerinoni.

Quest’ultimo, come sapete, si era permesso di concedere una sala per un incontro del Popolo della Famiglia, ed è stato formalmente ammonito dal Vicario generale dell’arcivescovo, con una severità che nella Chiesa italiana non si verifica praticamente più, nemmeno con i tanti sacerdoti ribelli dei quali spesso ci parlano le cronache.

Il tenore del comunicato stampa della diocesi per sé dovrebbe naufragare nel ridicolo, come sempre accade quando per coprire la figuraccia di un superiore ci si arrampica sugli specchi e non si riesce a nascondere l’imbarazzo. Ma in realtà, l’intervento in questione ha svelato come la diocesi ferrarese stia veramente soffrendo per la faziosità di un vescovo-pilota come Gianluigi Perego. Quest’ultimo sta facendo il possibile per trasformare la cattedra che fu di monsignor Luigi Negri, arcivescovo di enorme spessore morale e dottrinale, in una sorta di agenzia politica. Insomma, proprio quello che Papa Francesco aveva detto di non volere.

Rispondendo a un lettore che aveva scritto al locale Resto del Carlino per esprimere le sue perplessità sull’accaduto, l’ufficio stampa della curia ferrarese ha infatti replicato buttandola in politica come peggio non si sarebbe potuto.

Hanno tentato di giustificarsi parlando di “equilibri politici da rispettare”, come se stessero esprimendosi da una segreteria di partito e non da un ufficio che avrebbe ben altra missione. Nella precisazione al Carlino si legge tra l’altro che il decreto arcivescovile in questione “non impedirebbe di chiedere la licenza per lo svolgimento di tavole rotonde” nei luoghi di pertinenza parrocchiale. Solo che a detti incontri “dovrebbero essere presenti tutti gli esponenti dei diversi partiti politici, per salvaguardare in tal modo il principio della par condicio”. Apprendiamo così - a parte che è una bugia e lo dimostrano le iniziative che di recente, quasi in contemporanea con quella del PdF, si sono tenute in altri luoghi parrocchiali tra Ferrara e Comacchio, dove sono stati invitati esponenti politici di area PD senza alcun contraddittorio - che la diocesi di monsignor Perego ormai pensa di dover giocare un ruolo politico. Al punto da citare senza ritegno uno strumento istituzionale come la par condicio, che oltretutto è la prima a non rispettare.

Come se ad un convegno al quale un parroco ha invitato il PD, ne dovesse corrispondere uno in un’altra parrocchia con Forza Italia. O come se, per far parlare la sinistra a favore dello ius soli – cosa già avvenuta – il parroco dovesse riequilibrare l’iniziativa, come in una tribuna politica, invitando anche un esponente dello schieramento contrario. No, signori, non si possono prendere in giro così i fedeli. Il Popolo della Famiglia a questo punto non può che riscontrare con sollievo che la posizione faziosa della diocesi ferrarese è contraddetta da tanti altri colleghi di monsignor Perego. Essi hanno mostrato in più modi di apprezzare il nostro impegno in favore dei valori non negoziabili, e talvolta hanno pure accettato di venire personalmente a parlare ai nostri incontri. Come ad esempio è avvenuto a Trieste, a Pesaro, a Pescara o a Teramo. E lo stesso vale per i tanti parroci che, in giro per l’Italia, con la piena autorizzazione del loro vescovo hanno ospitato il PdF senza dover pagare pegno, e tantomeno senza dover osservare incredibili par condicio. Come se sugli argomenti di attualità politica la posizione della Chiesa italiana fosse - o dovesse essere - assolutamente imparziale. E come se la difesa della famiglia e della dignità umana, minacciate da ideologia gender e utero in affitto, fossero temi da mettere sullo stesso piano dello ius soli o, per dire, dell’aumento dell’età pensionabile.

Papa Francesco lo aveva detto, che non è più l’epoca dei vescovi pilota. Eppure, personalità come monsignor Perego sembrano non accontentarsi nemmeno di quello. Sembra che vogliano addirittura entrare direttamente nell’agone politico, e quel che è peggio è che vogliono farlo con atteggiamenti di un’ipocrisia che non si riscontra nemmeno nei peggiori politicanti di professione. Meno male che in Italia ci sono in Italia tanti altri vescovi che invece rifiutano questa impostazione, e come vogliono i loro fedeli, più che piloti si dimostrano delle autentiche guide spirituali.

A loro guardiamo con rispetto, certi di avere la loro approvazione non tanto sul piano della lotta politica, e ci mancherebbe, quanto su quello dell’impegno a favore di una società più a misura d’uomo e contro i pericoli che assediano la stessa missione della Chiesa.