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Uno spin doctor politico per l'Italia

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Il discorso del Presidente Mattarella ci è piaciuto per molti aspetti positivi, legati alla speranza, al futuro. Non ultimo lo sfondo del suo studio con il presepe ben visibile. Buono ed equilibrato l’approccio alla questione immigrazione ed integrazione. Il linguaggio semplice e non politichese lo ha reso più affabile.

Due gravi dimenticanze.

La prima. Poco o nulla speso sulla famiglia come vero e primo motore valoriale, economico, di speranza, della nazione. Al primo posto sempre la questione del lavoro come “compromesso” dei padri costituenti insegna. Come la DC ha sempre fatto facendoci capitolare nel degrado etico attuale. Ci aspettavamo su questo versante, su quello della famiglia, un pochino più di coraggio e di attenzione. Quella che manca e che è mancata ad ogni governo. Un governo, come quello attuale, che ha la priorità sulla questione delle unioni civili è omicida e suicida. Ogni minuto tolto a dare incentivi e stimoli per la famiglia, l’unica riconosciuta costituzionalmente, è tempo rubato al bene del Paese. Ogni minuto tolto ad investire sulla famiglia, la gioia dei figli, sulla sua ineludibile potenza educativa, simbolica e restaurativa è dis-valore, mancanza di senso civico, negazione di autentica politica come luogo di vera carità.
Quanti politici, uomini e donne, andrebbero richiamati su questo, ripiegati sui loro interessi o su una sostanziale ignoranza antropologica.

La seconda. La questione delle tasse. Non si può porre la questione dell’evasione senza considerare che essa è alla base di un patto sociale saltato. L'evasione non è solo dei furbi e dei maleducati al senso civico. Infatti lo stato ha un patto da rispettare con l’ingente quantità del fiume di denaro raccolta dalla molteplice tassazione presente in Italia.  Qualunque altro paese europeo, con la tassazione presente in Italia, in mille forme nascoste - anche illecite ed incostituzionali, che non stiamo qui a ricordare, a cominciare dalle nostre bollette - , farebbe fiorire il deserto. Pertanto, dal Presidente, nessuna parola coraggiosa sul malgoverno, sulla cattiva amministrazione, sullo spreco dei privilegi, sulla dissipazione. Puntare solo il dito sui cittadini evasori come se tolti questi, le tasse si abbasserebbero, i servizi cambierebbero e ci sarebbero, vuol dire veramente non rispettare il valore stesso delle tasse e nel contempo del patto sociale che esse sottintendono. Patto che va rispettato. La presenza virtuosa dei servizi genera ed aumenta la virtù del bene comune e della natura stessa delle tasse. E' indicativo notare che sovente, persone che si trasferiscono all'estero, dove le tasse si pagano e i servizi ci sono, a cominciare da quelli concretissimi sulla famiglia.. proprio costoro rimangono positivamente stupiti. In Italia erano, talvolta, evasori ma all'estero riscoprono il valore bello e positivo delle tasse.
Per cui, certo, tutti paghino le tasse, secondo giustizia e proporzionalità, ma nel contempo lo stato, e chi lo governa, rispetti il patto e dia adeguati servizi con una buona amministrazione del denaro pubblico. Perché paradossalmente non è tanto l'evasore ad essere presente ma lo stato e la cattiva politica ad essere incidente. In maniera grave. Questa andava denunciata, con coraggio e realismo.

Un discorso buono. Migliore dei precedenti ma, su queste due vitali questioni, ancora troppo omologato, a sinistra, e, purtroppo, politicamente corretto.