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ridurre al silenzioSe questi fatti sono veri e così si sono svolti (leggi qui) il problema non è l'opportunità o meno ma la violenza che si genera nel voler far tacere alcuni aspetti di cui non si vuol parlare.
Il Meeting può, liberamente, decidere che taglio vuole dare nel "suo" incontrare diverse realtà dell'esistente.
Sua è anche la scelta del come.
Perciò maggiore vigilanza o discernimento era dovuto all'inizio nei confronti dello stand dei Padri Domenicani sapendo cosa proponevano e conoscendo il loro servizio.
O li si lasciava liberi di proporre i loro contenuti (tra l'altro ortodossi, realistici, fondati, documentati, inseriti in un discorso antropologico più ampio) o li si avvisava prima che di "gender" al Meeting non si parla.
Scelta giusta o sbagliata era comunque una scelta legittima degli organizzatori. Non pilotata dai pruriti manipolatori di Repubblica e dalle assenti deontologie di alcuni giornalisti che ivi vi lavorano.
Così facendo invece si sono comportati né più né meno come i paolini del "Festival Biblico". Nota è la vicenda dell'incontro con Michela Marzano (leggi qui).
Facciamo parlare tutti, ascoltiamo tutti, cosa ottima, evangelica... ma tacciamo, secondo opportunità, le verità del Diritto e della Morale naturale.
Perché scomode. Facciamo sentire il "pensiero laicista" a casa propria non per dargli ospitalità e camminare con lui verso il Bello e il Vero ma per dargli le chiavi di casa nostra, senza condizione. Calpestando il dono (e la responsabilità) che abbiamo ricevuto.
E' una nuova forma di tirannia che, anche se applicata dai laici, è altamente clericale.
L'opportunità infatti diventa opportunismo vile se al posto del principio della gradualità mette la gradualità del principio.
Un conto è incontrare tutti per Amore, con Amore e portarli gradualmente alla Verità ed un conto è tacere o sovvertire la verità e annacquarla in virtù del sentimento dell'accoglienza e del dialogo.
Nel primo caso si compie un atto faticoso e virtuoso. Pastorale. Lungimirante, carico di Speranza e di Fede. Sostenuto dalla Carità.
Nel secondo si compie una grave mancanza di carità ed una inettitudine pastorale che genera, a sua volta, confusione tra i fedeli.
Si compie non una spogliazione di sé ma una conferma di sé nel sentimento di "sentirsi buoni".
Con i fatti, anche se non magari nelle intenzioni, si chiama "male il bene e bene il male".
Ed è una tragica forma di accidia spirituale.
E' questo che vogliamo come discepoli di Gesù?

Paul Freeman