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Uno spin doctor politico per l'Italia

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Meglio tardi che mai: si potrebbe usare un detto popolare per l’annunciato documento, vincolante per i cattolici, del card. Ruini. Immagino che non conterrà minacce di scomuniche, come sarebbe stato naturale solo una cinquantina d’anni fa. Ma certamente costringerà i politici, e indirettamente tutti i laici cattolici, a delle scelte di coscienza che dovranno per forza di cose non ignorare ciò che maggiormente dovrebbe interessare ogni creatura umana: la salvezza della propria anima.

Meglio tardi che mai, perché la Chiesa, come gerarchia, tra i “mea culpa” di fine Novecento non inserì quello più attuale: la delega eccessivamente benevola, se non spesso complice, data al laicato cattolico di rappresentarla nella società, nella cultura, nei mass-media e nella gestione in genere della cosa pubblica.

La CEI è stata in silenzio per anni dopo la scomparsa della DC, sperando che i politici sedicenti cattolici (forse è questa la definizione più corretta) sparsi qua e là negli schieramenti diventassero una ricchezza, lievito nella pasta, sale della terra. E invece non hanno che ripetuto, in peggio, ciò che i democristiani hanno sempre fatto, in nome di quella parola “totem” che si chiama “laicità”, ma che sottintende spesso asservimento tout-court alle ideologie forti del mondo di oggi, di sinistra o di destra che siano.

A furia di distinguere l’ambito religioso da quello della pratica politica, non hanno fatto altro che dare ragione a chi, fra i laicisti, vorrebbe che la religione fosse solo una cosa privata senza alcuna incidenza sulla società.

E alla fine la fede è diventata un “dopo” tante altre cose – il potere, il proprio ministero, la costituzione, ecc. – un qualcosa di invisibile, di impalpabile.

La natura del cattolico “adulto” sta in fondo questo post-porre e sotto-porre la propria fede alle dinamiche del mondo, al gioco della politica, ai compromessi, alle mediazioni, fino a ridurla a semplice appendice della propria esistenza. Un aggeggio ingombrante di cui disfarsi quando hai a che fare con il “nuovo che avanza”, il progresso.
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