Da cogliere positivamente l'invito che il Premier dimissionario Monti fa dell'evitare in futuro il muro contro muro ma piuttosto la convergenza verso punti programmatici per la crescita.

 

Da cogliere positivamente l'invito sobriamente polemico ad evitare di ragionare per slogan. Non serve a nessuno, ma necessitano invece rigore ed impegno di crescita. Credibilità e autorevolezza. Ad intra e ad extra.

 

Da cogliere positivamente l'intervento a diminuire la pressione fiscale facendo quello che il governo tecnico non ha potuto e non poteva fare; intervenire sui grandi patrimoni, sui beni dello Stato e sulla macchina mal-funzionante dello Stato; tale macchina è infatti un buco nero. Ricordiamo che, anche se è vero che chi non paga le tasse mette le "mani in tasca ad altri privati cittadini", come ha detto l'ex-premier Monti, è altrettanto vero che la macchina difettosa dello Stato, per malgoverno, nepotismo, ideologia, interessi ad-personam, di ogni corrente politica, depaupera gli ingenti sforzi fiscali dei cittadini e pertanto "ruba" al bene comune. Anche qui, e non solo su una personale e capillare formazione etica, bisogna intervenire. E bisogna intervenire rapidamente e con rigore. La mancanza di servizi non nasce anzitutto perché c'è chi froda il fisco, per il sommerso del "nero" ma, piuttosto, per l'inefficienza dell'amministrare i beni comuni e fondi ricavati con l'ingentissima tassazione che già grava sugli italiani. E' mai possibile che si paghi le tasse sul tassato? Non è questo forse un "rubare"? Non è questo forse un modo iniquo che nega i principi basilari di solidarietà e di sussidiarietà? Altro che IMU - che già presenta le sue ambiguità - qui è uno stillicidio costante delle famiglie. Eppure basta guardare le bollette che paghiamo bimestralmente, o la benzina, ecc.

Occorre, dunque, sui beni economici ragionare per largo respiro e non per posizioni ideologiche. Esattamente "Ad Nationem" come detto dal'ex-premier Monti.

 

Da accogliere positivamente l'invito, anche questo sobriamente polemico, sulla valorizzazione della maternità e del ruolo della donna. L'Italia ha bisogno di figli. Questo non è solo un pio desidero di fecondità e tanto meno un capriccio femmineo ma un investimento a breve e lungo termine sul futuro dell'Italia.

Le politiche liberiste, portate avanti da decenni dai Radicali, dalla destra liberale e dalla sinistra radicale, con Aborto e Divorzio, hanno avuto il contro-effetto di strozzare la crescita, l'economia e la fecondità della nazione italiana. A sua volta fare più figli significa più famiglie. Quelle naturali, normali, tra un uomo e una donna. L'economia che non punta su questo investimento diventa valorialmente, economicamente e socialmente, morta.

Ecco una priorità per il nuovo governo che non dev'essere slogan ma impegno reale: la Famiglia. Il primo diritto da salvaguardare per il bene sociale, culturale ed economico dell'Italia. Ogni sforzo di crescita e ogni rigore deve poter tener conto di questo accento. Di questo punto di partenza e di arrivo.

Non solo.

Ma l'impegno della sussidiarietà e della solidarietà dovranno essere un impegno significativo verso i diversamente abili e le famiglie con handicap. Uno Stato che dimentica le sue membra deboli dimentica se stesso e si inaridisce.

 

Infine, i valori non negoziabili non sono valori confessionali ma il tappeto minimo su cui impostare una corretta antropologia valoriale e su cui si innestano correttamente i principi di solidarietà e di sussidiarietà. Sono un primum laico, fortemente laico.  Guai a non tenerne conto e guai a distaccarli dalla loro immediata manifestazione in politiche reali per la famiglia, per il rispetto della persona e della vita, per il rispetto del lavoro e nell'interesse del bene comune.

Sappiamo che alcune correnti "cattoliche" preferiscono non nominare "i valori non negoziabili" per evitare di alimentare un "muro contro muro". Tuttavia quella che può sembrare una prassi pedagogica e relazionale adeguata e funzionale, con chi non condivide questo tappeto laico - ripetiamo fortemente laico - di valori, rischia però di portare al danno incommensurabile che è stato la causa del declino della prima e della seconda repubblica: quando un valore taciuto non viene interiormente supportato con ancor più forza, rigore e disciplina, tale valore viene obnubilato per altre priorità che ne prendono il posto abusivamente.

Se la solidarietà prende il posto del valore primo della persona nasce un'ideologia fallimentare che ha la parvenza di essere buona o di essere il meno peggio..

La solidarietà invece esiste, ed è autenticamente se stessa, perché c'è chiaramente il valore primo ed unico di ogni essere umano, dal concepimento al suo tramonto. Sui valori primi non bisogna dare nulla di scontato ma farne costante memoria senza scappatoie ideologiche e senza usi strumentali.

 

L'abbiamo detto sin dal 2004, anno d'inizio del nostro progetto: chi non coltiva fortemente i principi primi rischia di essere schiacciato dalle sue zone d'ombra. L'uomo è ferito, non sempre così buono e lucido, e non sempre ragiona e ragiona bene, ma, sovente, la sua zona d'ombra richiama gli interessi egoistici, narcisistici e ripiegati su di sé a discapito dei valori primi del diritto naturale che reggono ogni società.

 

Paul e Francesca Freeman